LA MUSICA SACRA NEL MEDIOEVO

Nel Medioevo la musica sacra era solo vocale. Veniva realizzata secondo il modello monodico, cioè del canto a una sola melodia (tutti i cantori intonano la stessa melodia).

Fin dalle origini della Chiesa il canto ebbe una grande importanza della vita religiosa delle comunità. Dopo che i cristiani poterono professare liberamente la propria religione (Editto di Costantino), la musica sacra ebbe un grande sviluppo e nacquero moltissimi canti per le funzioni religiose.

Canto monodico

Il Canto Gregoriano

Il canto gregoriano diventa la forma per eccellenza di musica sacra medievale

Assume questo nome in onore di Papa Gregorio Magno che nel corso del VI secolo si occupò della selezione e della conservazione dei canti, raccogliendo i testi in un libro, l’Antiphonarium Cento. Lo scopo della creazione di un’unica raccolta dei canti delle funzioni religiosi era quello di uniformare i vari riti religiosi presenti nei vari territori.

Inizialmente i canti erano eseguiti dal sacerdote e dai fedeli ma in seguito si costituirono dei cori esperti e la diffusione dei canti venne affidata alle Scholae Cantorum: delle scuole specializzate nella formazione dei cantori.

Ricorda che nel Medioevo la vita degli uomini è sostanzialmente dominata dalla fede. Le chiese e i conventi ricordano agli uomini del tempo la presenza di Dio nella vita di tutti i giorni e sono un rifugio per chi cerca pace e serenità. Questi canti non erano eseguiti per diletto ma servivano a creare l’atmosfera di raccoglimento e contemplazione utile alla preghiera. Cantare in coro rafforza il senso di appartenenza alla comunità cristiana.

Le caratteristiche del Canto Gregoriano

Il canto gregoriano è l’esempio più conosciuto di canto monodico e diventa la forma per eccellenza di musica sacra medievale.

Nato dalla recitazione delle preghiere, è molto simile a una declamazione.

Il canto gregoriano ha le seguenti caratteristiche:

Si distinguono inoltre due modi principali di cantare:

LA LAUDA

La Lauda è una forma di musica sacra popolare che però non è legata alla liturgia ufficiale della Chiesa. Sono dei canti di argomento religioso in lingua volgare che venivano eseguiti durante le processioni (e quindi fuori dalla Chiesa).

Si tratta di una composizione monodica (con una sola melodia) molto semplice e di facile comprensione. Il testo è formato da strofe ed ha un andamento sillabico (ad ogni sillaba corrisponde una nota).

Le laudi possono essere facilmente eseguite e comprese da tutti i fedeli e non solo da chi conosce il latino ed è un cantore esperto.

Spesso sono accompagnate da strumenti a corde, come la viella, il salterio, e da strumenti ritmici (tamburo).